Il 4 aprile al MoMA PS1 inaugureranno un poker di esposizioni: la prima retrospettiva su Pacita Abad dedicata ai suoi 32 anni di carriera, la prima presentazione in un museo di Melissa Cody, un’installazione di Yto Barrada e sarà proiettata l’opera di Maria Josè Galindo Tierra, proposta al pubblico per la prima volta dopo la sua acquisizione nelle collezioni del MoMA.
Per l’artista filippina Pacita Abad (1946-2004), in mostra fino al 2 settembre, è una prima coi fiocchi. La sede PS1 della istituzione newyorkese abbraccerà i 32 anni di carriera dell’artista, comprende più di 50 opere – la maggior parte delle quali non è mai stata esposta al pubblico negli Stati Uniti prima di questa mostra – che mostrano le sue sperimentazioni attraverso diversi mezzi, tra cui tessuti, opere su carta, costumi e ceramiche. In gran parte autodidatta, Abad è nota soprattutto per i suoi trapuntos, dipinti trapuntati realizzati cucendo e imbottendo le tele anziché stenderle su una cornice di legno. Trasferitasi negli Stati Uniti nel 1970 per sfuggire alle persecuzioni politiche del regime autoritario di Marcos, Abad ha cercato di dare visibilità ai rifugiati politici e ai popoli oppressi attraverso il suo lavoro. “Ho sempre creduto che un artista abbia l’obbligo speciale di ricordare alla società la sua responsabilità sociale”, ha dichiarato l’artista.
Organizzata dal Walker Art Center in collaborazione con l’Abad Estate, la presentazione celebra il lavoro multiforme di un artista che attraverso la sua ricerca ha portano avanti dialoghi sulla globalizzazione, il potere e la resilienza. La mostra è accompagnata dalla prima grande pubblicazione sul lavoro di Abad, prodotta dal Walker. Pacita Abbad è rappresentata dalla galleria newyorchese Tina Kim Gallery.