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La potenza dell’identità. 34 ritratti di persone con sindrome di Down in mostra al Mudec di Milano

TarinL’amore è qui per restare © Tarin
Tarin
L’amore è qui per restare
© Tarin

Sei fotografi hanno tradotto in scatti le esperienze di vita, i sogni e le aspirazioni di un gruppo di persone con sindrome di Down: un incontro intimo tra parole e immagini che educano lo sguardo del pubblico, creando un’iconografia in grado di sfidare gli stereotipi e allenare alla comprensione. Questa, in sintesi, la descrizione della mostra IDENTIKIT – La potenza dell’identità, a cura di Denis Curti. Un progetto educativo-fotografico che vuole essere anche un momento di riflessione su temi sempre più emergenti della società contemporanea.

L’esposizione – aperta al pubblico dal 21 marzo fino al 7 aprile al Mudec di Milano – presenta 34 scatti di sei grandi fotografi – Marco Craig, Maurizio Galimberti, Fabrizio Spucches, Tarin, Sofia Uslenghi e Vito Margiotta, che raccontano le storie personali di 24 giovani e adulti dell’Associazione AGPD (Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down)  che hanno partecipato al laboratorio fotografico.

Il progetto si è svolto in due fasi: un primo momento all’interno del Mudec Lab, fatto di dialogo e confronto – dalla cura delle parole ai temi dell’accessibilità – tra i partecipanti e gli artisti, per imparare insieme a relazionarsi con la sindrome di Down. La seconda fase, più intima, ha permesso ai fotografi di entrare negli spazi della quotidianità dei partecipanti, dal loro luogo di lavoro alla casa, fino alle memorie personali.

Questo percorso di reciproco avvicinamento rispetto a mondi apparentemente lontani ha prodotto un racconto per immagini di grande intensità e delicatezza. Ospitato all’interno delle vetrine dell’Agorà del Mudec, il progetto permette ai visitatori del museo di poter entrare in relazione con altre vite, altre identità. Da qui il titolo: IDENTIKIT – La potenza dell’identità, quelle stesse identità che attraverso le luci del set fotografico sono riuscite a raccontarsi in un progetto artistico.

I partecipanti coinvolti nell’iniziativa non sono dunque solamente i protagonisti di queste poliedriche narrazioni per immagini, ma ne sono anche gli artefici, perché raccontano la loro vita attraverso i loro occhi, in modo diretto e sincero. Gli scatti dei sei fotografi scelgono di illustrare un ampio ventaglio di esperienze: dal mosaico intimista (Maurizio Galimberti) alla messa in scena di un ritratto sognante e celebrativo (Marco Craig), dallo storytelling di un reportage sociale (Fabrizio Spucches) a fotogrammi poeticamente intimi (Tarin), dalla manipolazione condivisa dell’opera (Sofia Uslenghi) ai frame della ritualità lavorativa quotidiana (Vito Margiotta).

Maurizio GalimbertiGregorio e il Tempo dei sogni © Maurizio Galimberti
Maurizio Galimberti
Gregorio e il Tempo dei sogni
© Maurizio Galimberti
Sofia UslenghiJamila © Sofia Uslenghi
Sofia Uslenghi
Jamila
© Sofia Uslenghi
Fabrizio SpucchesMarina e Alessandro © Fabrizio Spucches
Fabrizio Spucches
Marina e Alessandro
© Fabrizio Spucches

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