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Riflessione e laboratori: insieme contro la violenza al Festival dei Diritti Umani di Milano

Alessio Mamo, Il letto di Sofia, figlia Oleg eNatalia, residenti a Kiev. La bimba si è salvata perché la famiglia si è in un bunker
Alessio Mamo, Il letto di Sofia, figlia Oleg eNatalia, residenti a Kiev. La bimba si è salvata perché la famiglia si è in un bunker

Dopo nove anni e oltre 20 mila studenti coinvolti in incontri, attività di laboratorio e gamification il Festival dei Diritti Umani è diventata la principale iniziativa di sensibilizzazione sui diritti in Italia. Un’occasione per esprimersi liberamente, interrogarsi e interrogare testimoni diretti e studiosi chiamati a condividere buone pratiche sui diritti umani, che torna anche quest’anno alla Fabbrica del Vapore di Milano, dall’8 al 10 maggio 2024.

Riflettori puntati sul tema della violenza che non smette di essere protagonista del nostro tempo: «La violenza è un tratto distintivo della contemporaneità – dichiara il Direttore del Festival, Danilo De Biasio –, utilizzata quale metodo per risolvere una complessità che non siamo in grado di gestire, né a livello individuale, né come comunità».

Sempre al servizio dei più giovani, per il terzo anno consecutivo, FDU propone alcuni momenti dedicati al disagio giovanile, in una formula in cui la testimonianza è accompagnata dal supporto di professionisti e associazioni che, con formule innovative, possano rispondere ai dubbi e alle domande dei presenti. Si parlerà delle difficoltà che devono affrontare le persone con disabilità con Francesca Donnarumma – affetta da sindrome di Usher, una rara patologia che con il tempo causa la sordocecità, si è laureata in giurisprudenza e ora si sta preparando per sostenere il concorso di magistratura – e Cristina Alippi, operatrice territoriale presso il Centro della Lega del Filo d’Oro di Lesmo; e di disturbi alimentari con Valeria Vedovatti che si occupa quotidianamente di questo tema con 1.4 milioni di follower su Instagram e 3 milioni su Tik Tok.

Tornando sul più generico tema della violenza, invece, il FDU ha scelto due punti di vista per trattarlo: quello della violenza di genere, come forma di violenza individuale, e quello della violenza di massa per eccellenza, la guerra. Entrambi saranno approfonditi sia usando la forza della testimonianza sia fornendo consigli “pratici”, coinvolgendo interattivamente la platea.

Per la violenza di genere interverranno Stefania Prandi, giornalista, scrittrice e fotografa freelance, che si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, questioni sociali, ambiente e cultura; Giovanna Ferrari, autrice del libro Per non dargliela vinta. Scena e retroscena di un uxoricidio (Ed. Il Ciliegio, 2012), che racconta il femminicidio della figlia Giulia Galiotto e la successiva vicenda processuale; Mariachiara Cataldo, presidente di Break the Silence, progetto contro la violenza sessuale e di genere, nato dalla volontà di quattro ragazze classe 1997 che portano avanti un obiettivo comune: rompere il silenzio; ed Elisa Giustarini, Francesca Formaggio e Greta Garignani, psicologhe volontarie di Mama Chat, primo Ente Europeo per le richieste d’aiuto via chat che si avvale di oltre 70 professionisti tra psicologi, psicoterapeuti ed esperti di salute della donna, per proteggere le donne vittime di violenza e in difficoltà psicologiche. In un incontro serale aperto a tutti, tale tema sarà inoltre affrontato da Unite – Azione letteraria e Amnesty International Italia.

Sul tema della guerra e le sue conseguenze, importanti saranno i momenti di testimonianza di Yousef Hamdouna, palestinese, direttore dell’area Gaza di Educaid, ong italiana che ha nella Striscia un Centro per la vita indipendente rivolto alle persone con disabilità; Jean Paul Habimana, nato nel 1984 a Nyamasheke (Ruanda), insegna religione a Milano, che riporterà il suo ricordo del genocidio in Ruanda, di cui quest’anno ricorre il 30° anniversario; e il racconto di Anna Maria Mizzi, anestesista di Medici Senza Frontiere.

Il reading teatrale Salam/Shalom. Due padri, aperto a tutti, è la proposta per la seconda serata di Festival, realizzato grazie al sostegno del Comune di Buccinasco e alla collaborazione del festival vicino/lontano. Il Festival si chiude con un DJ set al Tempio del Futuro Perduto – dal titolo DIRE FARE BALLARE – in cui il pubblico avrà l’occasione di incontrare in modo informale e conviviale alcuni degli ospiti intervenuti alla tre giorni.

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