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Quando l’arte promuove i diritti umani: l’Associazione Genesi fa tappa a Pavia

L’arte contemporanea può diventare un mezzo per promuovere il rispetto dei diritti umani? Per lAssociazione Genesi non solo è possibile, ma è anche un ottimo veicolo. Tanto che nel 2021 ha dato avvio al Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, iniziativa espositiva ed educativa itinerante dedicata al tema dei diritti umani, ideata e curata da Ilaria Bernardi, che ha già girato in diverse città italiane e straniere, proponendo di volta in volta progetti differenti.

Le tappe di Progetto Genesi prendono sempre spunto dai temi indagati dalle opere della collezione d’arte contemporanea dell’Associazione Genesi (la Collezione Genesi), che tocca le più urgenti questioni culturali, ambientali, sociali e politiche coeve. Le aree tematiche prevalenti, in particolare, sono sei: La memoria di un popolo, le tradizioni e la storia di ogni comunità come memoria collettiva da preservare in quanto elemento identitario fondamentale; Un’identità multiculturale, identità molteplici e l’importanza del dialogo, dell’interscambio e del rispetto reciproco tra culture; Le vittime del Potere, le violenze perpetrate o tollerate, in alcune aree del mondo, dagli stessi governi sui propri cittadini, vittime di costrizioni, censure, genocidi, guerre, sfruttamento; Il colore della pelle, i pregiudizi e le ingiustizie che colpiscono le persone sulla base del colore della pelle negli Stati Uniti; La condizione femminile, il ruolo della donna all’interno di differenti contesti storici e geografici; La tutela dell’ambiente, i danni causati dalle attività umane all’ecosistema e l’urgenza di preservare l’equilibrio tra umano e natura mediante uno sviluppo sostenibile.

Dal 4 maggio al 2 giugno 2024, il Progetto fa tappa agli Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, soffermandosi proprio sull’ultimo tema citato, La tutela dell’ambiente. Dunque ad essere esposte sono opere della Collezione Genesi che afferiscono al tema dell’ambiente, oppure che presentano riferimenti iconografici alla natura. Sono tutte realizzate da artiste provenienti da differenti paesi del mondo, inducendo così anche una riflessione sul ruolo della donna (e in particolare della donna artista) all’interno di specifici contesti storici e geografici.

Le artiste in questione sono: Leila Alaoui (Parigi, Francia, 1982 – Ouagadougou, Burkina Faso, 2016); Anna Boghiguian (Il Cairo, Egitto, 1946), Anne de Carbuccia (New York, NY, Stati Uniti, 1968), Binta Diaw (Milano, Italia, 1995); Irene Dionisio (Torino, Italia, 1986); Shadi Harouni (Hamedan, Iran, 1985); Zhanna Kadyrova (Brovary, Ucraina, 1981); Tala Madani (Tehran, Iran, 1981). Elena Mazzi (Reggio Emilia, Italia, 1984); Otobong Nkanga (Kano, Niger, 1974). A loro si aggiunge Monica Bonvicini (Venezia, Italia, 1965), artista di fama internazionale che sarà protagonista anche di un nuovo progetto che l’Associazione Genesi annuncerà solo in autunno.

Infine, à pendant della mostra ma staccata da essa, come sorta di teaser generale dell’Associazione Genesi, sarà allestita la video-installazione dell’artista iraniano Morteza Ahmadvand (Khorramabad, Iran, 1981), ovvero la prima opera entrata a far parte della collezione d’arte contemporanea dell’Associazione Genesi: su tre schermi, i simboli delle tre principali religioni monoteiste (la Croce del Cristianesimo, la Stella di David dell’Ebraismo e il Cubo della Kaaba islamica) ruotano su loro stessi trasformandosi in una sfera, simbolo della sfera terrestre e, in quanto priva di spigoli, simbolo di pace e di equilibrio universale. 

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