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Arte Paesi emergenti

No, non esiste un senso di colpa.
Non abbiamo mai voltato la testa dall’altra parte.
La creazione artistica è rimasta effettivamente sfumata, quasi invisibile, anche quando questi paesi hanno dimostrato una vitalità sorprendente.
La colpa è anche di un sistema accademico e formativo a livello internazionale che purtroppo non è riuscito a porre lo sguardo sulla rivoluzione strisciante dell’arte che, nell’indifferenza generale, ha cominciato a prendere il sopravvento nel mondo fin dall’inizio del terzo millennio.
Niente a che fare con un decolonialismo culturale riparatore, ma apriamo le porte, spalanchiamo le finestre ad un lavoro artistico che torna alla luce ripartendo dall’umanità.
La loro straordinaria creatività resta ancora al largo dalle leggi del mercato, difficilmente trova ospitalità nei grandi musei e sfuggono dalle attenzioni delle leggi del mercato.
Ecco perché chiamarli tutti nome per nome, mostrare i frutti della loro vitalità, è destinato a gettare un ponte tra passato e futuro, infrangere le ultime resistenze, far vedere che il mondo, la realtà in cui operano, riesce a far sopravvivere “valori sicuri”.

Una mostra a Roma mette in scena gli artisti dei Paesi BRICS

Nel sempre mutevole scenario dei Paesi membri dei BRICS, una mostra alla Casa Russa a Roma ne celebra il nuovo corso. Dalla formazione del raggruppamento nel 2006, ai membri fondatori (Brasile, Russia, India e Cina) si sono infatti aggiunti la Repubblica del Sudafrica, nel 2011, e, nel 2024, Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Etiopia.

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