Esponente della pittura impressionista russa, Leonard Viktorovich Turzhansky (1874, Ekaterininburg ⸺ 1945, Mosca) «a pieno diritto può essere considerato un erede del “paesaggio dell’umore” di Levitan. Nelle sue opere esprime emozioni profonde, seppur trattenute e mai strabordanti. Uomo di poche parole, Turzhansky è laconico anche nei mezzi figurativi, predilige composizioni spaziose e con pochi oggetti. Pittore nell’indole, Turzhansky pensa e sente attraverso il colore» scrive di lui la storica dell’arte Natalya Stankevich.
Nato a Ekaterinburg sugli Urali, Turzhansky fin da ragazzo manifesta uno spiccato interesse per l’arte e studia prima a San Pietroburgo all’Istituto centrale di disegno tecnico, poi alla celebre Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca, dov’è allievo tra gli altri di Valentin Serov e Konstantin Korovin. La sua grande maestra è tuttavia la natura, in particolare quella dei suoi amati Urali, dove il pittore per tutta la vita farà regolarmente ritorno: pur risiedendo a Mosca, ha infatti una casa a Maly Istok, un piccolo villaggio non lontano dalla sua città natale.
Turzhansky dimostra la propria vocazione paesaggistica già negli anni di studio, quando si distingue presentando a un mostra dei pittori Itineranti un ciclo di opere dedicate a un viaggio compiuto nel Nord della Russia, alcune delle quali vengono subito acquistate per la Galleria “Tretyakov”. Tra i suoi soggetti prediletti, oltre ai paesaggi rurali, figurano gli animali della campagna, soprattutto i cavalli. Membro dal 1912 dell’Unione dei pittori russi, Turzhansky si è affermato anche come ritrattista: celebre infatti un suo ritratto dello scrittore e poeta Ivan Bunin.
Nelle sue opere troviamo atmosfere quiete, una composizione equilibrata ed essenziale, tinte brune e piene, rossastre, verdi e gialline, che richiamano i colori della terra e dimostrano l’immenso talento coloristico del pittore, il quale pur adottando nella singola opera una gamma limitata di colori riesce a valorizzare ciascuno di essi a pieno.