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Alla Biennale di Venezia il Kazakistan immagina futuri visionari nel suo padiglione nazionale

Anvar Musrepov – Alastau, 2024, videostill

Mondi immaginari, voli spaziali, rituali futuristici e l’intersezione tra topologia e algoritmi. Questo e altro promette la Repubblica del Kazakistan, che torna in laguna e presenta il secondo padiglione della sua storia alla Biennale di Venezia. Allestito nell’edificio storico del Museo Storico Navale, la mostra al suo interno – Jerūiyq: Viaggio oltre l’orizzonte – propone una moderna interpretazione dell’antica leggenda di Jerūiyq, ispirata alla mitologia kazaka e al viaggio visionario del filosofo del XV secolo Asan Kaigy.

Commissionata da Aida Balayeva, Ministro della Cultura e dell’Informazione, e curata da Danagul Tolepbay con il co-curatore Anvar Musrepov, l’esposizione restituisce in modo tangibile l’impegno del Kazakistan nella valorizzazione vicendevole del suo patrimonio culturale e la spunta all’innovazione artistica.

Jerūiyq: Viaggio oltre l’orizzonte si allinea al tema principale della Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, che il curatore Adriano Pedrosa ha incentrato sul concetto di “Altro” e sulle diverse narrazioni culturali che nascono in luoghi e contesti differenti del mondo. 

Si tratta di una collettiva che unisce artisti storicizzati, consolidati ed emergenti, provenienti dal Kazakistan ma anche dalle zone limitrofe, sottolineando come la contaminazione e il dialogo giochino un ruolo fondamentale nella definizione identitaria di un Paese. In particolare l’esposizione vuole riflettere sull’evoluzione del pensiero utopico, del futurismo decoloniale, della spiritualità, del Modernismo e del Cosmismo.

In un’epoca status mondiale postcoloniale e di turbolenze geopolitiche, il Padiglione si concentra sui fenomeni migratori di massa dando voce a narrazioni rimaste invisibili, poco rappresentate e comprese. Ne risulta un futuro visionario in cui entità umane e non umane convergono in un’utopia re-immaginata.  

Per farlo ha chiamato artisti come Kamil Mullashev, nato nel 1944 a Urumqi, in Cina, un artista versatile e già conosciuto a livello globale. Dopo aver studiato a Urumqi e all’Istituto d’arte Surikov di Mosca, oggi vive e lavora ad Astana, in Kazakistan. Yerbolat Tolepbay, nato nel 1955, è una figura chiave delle belle arti kazake, e vive e lavora ad Almaty, Kazakistan. Celebrato a livello internazionale, le sue opere sono profondamente legate all’eredità kazaka e gli sono valse l’Ordine del Chevalier francese per le arti e la letteratura.

Saken Narynov (1946-2023) ha vissuto e lavorato ad Almaty, in Kazakistan, combinando le competenze architettoniche e scultoree con la sua passione per la scienza e la filosofia. Le sue opere innovative continuano a ispirare le nuove generazioni. Alla stregua di quelle di Sergey Maslov (1952-2002), figura centrale della scena artistica contemporanea kazaka, che ha vissuto ad Almaty e ha lavorato utilizzando metodi non convenzionali in un’arte intrisa dei miti che più hanno segnato il Paese.

The2vvo è un duo artistico nomade, con sede a Berlino, formato da Eldar Tagi (nato nel 1987) e Lena Pozdnyakova (nata nel 1985), entrambi originari di Almaty. Il loro lavoro integra suono, arti visive e performance. E infine il più giovane del gruppo, Anvar Musrepov, artista e curatore con sede ad Astana, nato nel 1994. Nei suoi lavori si occupa di nuovi media, concentrandosi sul futuro e sull’identità del popolo kazako. I suoi contributi hanno plasmato in modo significativo la new media art nell’ambiente dell’arte contemporanea locale.

Kamil Mulashev – Youth, Cardboard, tempera
Yerbolat Tolepbay – New child.Rebirth, 2023-2024

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