Colore e coraggio. Il mondo dell’arte piange la scomparsa di Daniele Marcon a soli 58 anni. L’artista, affetto da Sla, che gradualmente ne ha compromesso le abilità manuali ma che non ha mai intaccato la creatività e la forza di volontà nel proseguire nel suo lavoro artistico, è morto nelle scorse ore, nella sua abitazione di Marostica, circondato dall’affetto della moglie Sonia e dalla figlia Sofia. Dal 2008 combatteva con la malattia neurodegenerativa ma senza perdere mai la voglia di dipingere ed esprimere così la sua arte.
Nel libro “La gioia di vivere”, pubblicato da Marcon negli anni passati, aveva raccontato la propria evoluzione artistica e personale, presentando le sue ultime opere e relazionandole con il percorso di vita e gli stimoli sottesi alla loro creazione. La malattia l’aveva portato anche ad affrontare numerosi problemi legati alla possibilità concreta di dipingere ma aveva trovato nuovi modi di esprimere se stesso e la propria arte.
Negli ultimi tempi, attraverso un software tecnologico di supporto al computer, riusciva a dipingere attraverso i comandi con gli occhi. “Ora riposa in pace nell’immensa bellezza – scrive un amico all’indomani della morte – dopo aver convissuto con la SLA per molti anni, con infinita pazienza e dignità. Amava la vita”. E ancora: “Daniele Marcon in quello spazio era colore e coraggio. Un desiderio di vita oltre le sofferenze dell’esistenza”.