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Lorenzo Ludi dimostra che l’arte non conosce ostacoli

Se è vero che spesso la vita annacqua l’opera dell’artista, deviandone senso e intenzioni, forzando sensi e interpretazioni, è altrettanto importante sottolineare che a volte è proprio questa vita a rendere possibile un’arte che, probabilmente, senza di essa non avrebbe trovato la strada per manifestarsi. Almeno questo è il caso di Lorenzo Ludi, nato al La Spezia il 21 settembre 1988. Un parto difficile gli ha procurato un’asfissia di cui ancora oggi sopporta le conseguenze. L’attività riabilitativa è iniziata molto presto, all’età di quattro mesi, a Milano, proseguita poi a Philadelphia (USA) e tutt’ora va avanti in varie sedi. La sua cerebrolesione gli impedisce di camminare, di parlare, di vivere una vita normale. Ma non di dipingere.

Il percorso artistico di Ludi inizia grazie ai laboratori che l’associazione culturale Startè di La Spezia realizzò con la fondazione Ha.rea. Un progetto dal titolo “L’arte non conosce ostacoli”, che vide la collaborazione di alcuni pittori professionisti, che hanno supportato il gruppo di ragazzi cerebrolesi in un percorso alternativo di stimolazione cognitiva. La pittura, prima di tutto, ma non una qualsiasi. La scelta di uno stile informale, dunque privo di legami diretti con la rappresentazione e il reale, ha liberato gli aspiranti artisti da un mimetismo complesso e probabilmente sterile, poco utile a esprimere quelle istanze interiori e un modo di leggere il modo di certo non convenzionale.

L’astrazione pittorica non è stata solo un’occasione per far uscire di casa i ragazzi, per farli stare insieme e per dare un po’ di “respiro” ai genitori, ma è diventata anche un mezzo di espressione personale, una passione intensa, generativa, utile a portare all’esterno quello che pareva destinato a rimanere racchiuso nell’animo di chi nei confronti della vita esigeva un credito. Lorenzo Ludi, a causa della tetraparesi spastica di cui soffre, era in difficoltà nell’impugnare il pennello: non c’era libertà nel movimento. Ma se l’arte non conosce ostacoli, non conosce nemmeno restrizioni.

Ludi abbandona il pennello e affonda direttamente le dita nella tempera, e direttamente con le dita imprime il colore sulla tela. Ne risulta una pittura poco cerebrale, praticamente e poeticamente derivata dalle membra, dalla carne, dalle viscere di un pittore che sente la necessità fisica di uscire da sé, donarsi alla tela e al mondo, all’arte e alla vita insieme. Il fatto che non parli non influisce negativamente sul suo percorso creativo. Indica con lo sguardo alla sua tutor il flacone di colore che intende utilizzare e poi, sempre con gli occhi, le fa capire dove desidera che venga versato.

La forza espressiva di quelle forme e colori, che utilizza con intuitiva sapienza, rappresenta un efficace strumento di comunicazione con gli altri, perché il suo mondo interiore si manifesta attraverso quel personale universo cromatico che contraddistingue ogni tela. Ne risultano composizioni astratte, informali, dove i colori – e i reciproci accostamenti e dialoghi che si innescano – dominano spazi pittorici densi, magnetici, colmi di tutte le emozioni che Ludi riesce a inserirvi. Emozioni che, a guardare il curriculum espositivo dell’artista, sempre più persone percepiscono e condividono.

Ha debuttato a La Spezia nel 2017, per poi esporre in altre città quali Asti, Bruxelles, Firenze, Manila, Udine, Treviso, Venezia, Roma e Spoleto, dove ha vinto il Premio Internazionale Spoleto Art Festival “per le importanti attività che ha svolto e svolge nel campo della cultura e dell’arte”. Infine, per ora, nel dicembre 2023 Ludi è tornato a esporre proprio dove tutto è iniziato, all’associazione culturale Startè di La Spezia.

Nelle parole del presidente dell’associazione Paolo Asti, troviamo il senso ultimo dell’arte del pittore: “Se un artista dipinge l’invisibile, o meglio ciò che solo lui riesce a vedere, mostrandolo agli altri, questo senza dubbio è quel che fa per noi anche Lorenzo. Per questo non voglio rispondere al quesito se Lorenzo sia nato pittore o lo sia diventato, individuando l’arte come il suo tramite sublime verso gli altri. Quel che è certo è che la storia di Lorenzo dimostra, ancora una volta, che l’arte è in grado di aprire finestre nella nostra mente, capaci di mostrare nuovi paesaggi e orizzonti, di cui ragazzi come lui possono essere i migliori interpreti“.

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