Lo scorso sabato ha inaugurato la preziosa mostra di Lucia Marcucci. Venezia Salva – Salva Venezia da Frittelli a Firenze. L’esposizione mette in mostra per la prima volta le tavole originali dell’omonimo libro d’artista prodotto da Frittelli arte contemporanea nel 2009. L’artista, ispirata dalla figura della filosofa Simone Weil e dalla sua tragedia intitolata Venise sauvée, ha realizzato 34 opere + 1 in tecnica mista, che hanno un significato esoterico ed evocativo del mondo immaginario e mistico di Weil: il suo sacrificio per il riscatto dell’umanità, il numero degli anni vissuti. Il 34 è anche simbolo della melanconia dureriana, il rimugino saturnino sul destino finale.
Le tavole contengono frasi tratte dagli scritti della Weil e sono tracciate con una scrittura fluida ma anche incerta, come se la grande filosofa patisse tremante la sua malattia come il Cristo alle pendici di un dolorosissimo Golgota. Un mondo pittorico-calligrafico che Marcucci esplora già nelle sue tele degli anni Novanta che vanno a completare l’esposizione e permettono di inquadrare e comprendere meglio dal punto di vista formale anche le opere ispirate dalla tragedia di Simone Weil.
Si tratta di grandi dipinti che rispondono – per usare le parole di Gillo Dorfles – ad “una precisa volontà di dare vita ad una sorta di “visione del mondo” immaginifica dove una certa vena espressionista viene a sostituire le barriere del concettualismo pregresso.”