La Mellon Foundation, tra i più grandi enti filantropici in ambito umanistico negli Stati Uniti, ha messo a disposizione un fondo da 25 milioni di dollari che sosterrà le organizzazioni artistiche con sede nelle zone di confine tra Stati Uniti e Messico. Chiamato Frontera Culture Fund, il programma sosterrà le organizzazioni non profit su entrambi i lati del confine, segnando il primo esempio su larga scala di supporto binazionale per le arti lungo la frontiera. La coorte iniziale di beneficiari è composta da 32 organizzazioni, otto delle quali hanno sede sul lato messicano del confine.
Il fondo fa parte di uno sforzo più ampio della Mellon Foundation per concentrarsi su aree degli Stati Uniti che storicamente non hanno ricevuto finanziamenti per le arti, come le zone di confine con Porto Rico. Un obiettivo che è stato una componente fondamentale del lavoro della Mellon Foundation sin dalla nomina della poetessa Elizabeth Alexander a presidente nel 2018.
Le organizzazioni riceventi spaziano da organizzazioni non profit locali come il Chicano Park Museum and Cultural Center di San Diego, la Carrizo Comecrudo Nation of Texas di Floresville, la Fandango Fronterizo di Tijuana e la Paso del Norte Community Foundation di Nuevo Laredo, in Messico, a organizzazioni artistiche più convenzionali come l’El Paso Museum of Art, il Museum of Contemporary Art Tucson, la Mexicali Biennial e la galleria Azul Arena di Ciudad Juarez. Anche due università, la New Mexico State University e la University of Texas di El Paso, hanno ricevuto fondi per supportare il lavoro curatoriale che svolgono.
Il fondo è guidato da due membri del team Mellon’s Arts & Culture, la responsabile del programma Deborah Cullen e l’associata del programma Casandra Hernández Faham. le due hanno anche assunto due curatrici che hanno sede nella regione: Raquel de Anda, una curatrice indipendente di Laredo, e Leilani Clark, una regista, poetessa e artista performativa afro-indigena (Santa Clara Pueblo/Diné-Navajo) di Tucson.
“Per creare un fondo responsabile e reattivo, dovevamo essere sul posto e dovevamo progettare questa iniziativa dialogando e collaborando con artisti e operatori culturali della regione, ascoltando le loro esperienze, le loro preoccupazioni, imparando a conoscere gli ecosistemi di cooperazione, imparando a conoscere le barriere strutturali che incontrano nell’accesso al lavoro“, ha chiosato Hernández Faham.