Un poker di artisti per un padiglione prezioso, colto e fragile. “Everything Precious Is Fragile” è la mostra che il Benin presenta alla Biennale Arte 2024. Un progetto che si propone di esplorare la vasta storia dello stato africano approfondendo tematiche quali la tratta degli schiavi, la figura dell’Amazzone e la religione Voodoo, fino ad addentrandosi nella realtà contemporanea raccontando il pensiero Gèlèdé, incentrato sul concetto di rematriation: un’interpretazione femminista dell’idea di “restituzione”, non solo legata agli oggetti, ma anche riferita al ritorno alla filosofia e agli ideali di questa terra antecedenti all’epoca coloniale. Il curatore Azu Nwagbogu e il suo team – la curatrice Yassine Lassissi e lo scenografo Franck Houndégla – hanno selezionato quattro grandi artisti che rappresenteranno il Benin alla Biennale Arte 2024: Chloé Quenum, Moufouli Bello, Ishola Akpo, e Romuald Hazoumè.Sotto la guida di Azu Nwagbogu, gli artisti racconteranno il femminismo africano ponendo l’accento sulla sua declinazione in Benin. Come afferma José Pliya, committente del Padiglione, “il Benin parteciperà così al grande ‘appuntamento del dare e del ricevere‘, per citare Léopold Sédar Senghor”.
Con la sua presenza all’evento, il Benin dimostra il suo impegno nel promuovere attivamente il proprio panorama artistico e culturale. La scelta di prendere parte alla Biennale Arte 2024, inoltre, è in qualche modo connessa alla recente restituzione, avvenuta nel 2021, di 26 tesori sottratti alla famiglia reale all’epoca della colonizzazione francese del regno di Danxomè. Sulla scia di questo avvenimento, la mostra “Art du Bénin d’hier et d’aujourd’hui, de la restitution à la revelation” (Arte del Benin ieri e oggi, dalla restituzione alla rivelazione), allestita a Cotonou e attualmente riproposta in diversi Paesi, ha preparato il terreno per la partecipazione del Benin alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Il Padiglione del Benin alla Biennale Arte 2024 è gestito dall’Agence de Développement des Arts et de la Culture (ADAC) per conto del Ministero beninese del Turismo, della Cultura e delle Arti. Il padiglione, che segna una novità assoluta nella storia artistica del Benin, si propone di essere una delle principali attrazioni della Biennale 2024. Questo progetto non è solo un modo per fare sentire la presenza del Benin; riflette anche l’attuale dinamica di sviluppo delle nostre arti e le ambizioni espresse dal nostro governo. Grazie alla presenza dei nostri artisti, il nostro Paese mette in mostra la passione ispiratrice che caratterizza le nostre tradizioni creative ed evidenzia il ruolo del governo nel supportare questa intenzione. L’iniziativa riflette la strategia globale di sviluppo dell’economia creativa avviata dal governo per rendere il Benin un polo internazionale per le attività culturali. Importanti progetti strutturali quali il Quartiere Culturale e Creativo di Cotonou, che ospita il Musée d’Art Contemporain de Cotonou, sostengono questa visione incentrata sull’arte e sulla cultura. È importante sottolineare la tematica scelta dal Benin per la sua partecipazione a questa Biennale Arte 2024, “Everything Precious Is Fragile”, attraverso la quale gli artisti si addentrano nell’ampia storia e sociologia del Benin, legata alla tratta degli schiavi, la figura dell’Amazzone e la religione Voodoo. Il risultato è una narrazione esaustiva del nostro Paese, della nostra storia, della nostra cultura, del nostro stile di vita e del ruolo che la donna riveste nella nostra società, rappresentato dalle figure della guerriera e dal pensiero Gèlèdé. Grembo del mondo e portatrice dell’identità originaria, la figura femminile racchiude l’espressione assertiva del femminismo storico che le nostre tradizioni hanno sostenuto e coltivato attraverso percorsi individuali e collettivi e stili di vita rituali e sacri.