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Reportage dell’assedio e della difesa di Wounded Knee, villaggio sperduto nelle riserve indiane americane

Angelo Quattrocchi, Momenti di relax durante la resistenza, WOUNDED KNEE 1973. Stampa fotografica in B_N, 1

Torna a Torino Flashback Habitat Ecosistema per le Culture Contemporanee. La nuova epopea espositiva è il trittico Insurrezioni. Fotografie di una protesta: tre modi di fare e raccontare rivoluzioni e proteste in un’unica mostra, fino al 2 giugno negli spazi di corso Giovanni Lanza 75. I protagonisti della tripersonale sono Chris Suspect con Path to Insurrection, progetto curato da Jacopo BuranelliEnrico Gili con Yellow Movement, curato da Patrizia Bottallo e Angelo Quattrocchi con WOUNDED KNEE Indiani alla riscossa, curato da Lapo Simeoni. Quest’ultima è il racconto attraverso fotografie, documenti e testi dell’occupazione, dell’assedio e della difesa di Wounded Knee, villaggio sperduto nella riserva Indiana. Nel 1973, Quattrocchi viveva a San Francisco, dove lavorava per L.A. Free Press e per The Barbour, un giornale anch’esso della città. L’ambiente era underground, ricco di scrittori, musicisti e artisti, caratterizzato da una vivacità straordinaria. Nei primi mesi di febbraio, venne a conoscenza che i nativi americani della riserva di Wounded Knee volevano ribellarsi agli abusi subiti. Decise così di recarsi subito nel Nord America, fino alla riserva indiana, per documentare giorno per giorno gli eventi. Presto, questo si trasformò in un’occupazione contro l’assedio degli americani. Furono settanta giorni di guerra, in cui pochi guerrieri, con qualche vecchio fucile, combatterono contro mille agenti della FBI, la polizia Indiana, la CIA e i carri armati. Il grande momento (tutti i giornali del mondo ne parlarono) in cui gli indiani voltarono pagina e storia, buttandosi alla riscossa.

Angelo Quattrocchi è stato un attivista, scrittore, giornalista ed editore italiano. A Londra collabora alla rivista di controcultura OZ, mentre pubblica a Parigi nel 1968, a ridosso del maggio francese, il suo primo libro The Beginning of the End, poi ristampato in Italia con il titolo E quel maggio fu: rivoluzione! In California, nei primi anni ‘70 continua la collaborazione con l’ambiente culturale underground. Rientra a Roma, dove fonda la rivista di controcultura Fallo!, Nel 1972 è il promotore con Marcello Baraghini e Matteo Guarnaccia della Lista ippi, o “Partito ippi”, che si presenta alle elezioni politiche per rappresentare gli hippy italiani. Il programma della lista elettorale prevede, tra le altre cose, l’abolizione degli asili, delle scuole, delle chiese, delle caserme, la legalizzazione di hashish e marijuana e il rendere gratuiti i trasporti, le case, le medicine e i concerti rock.  Nel 1976 pubblica Italia alternativa, così recensito su La Stampa: «E’ uno strumento indispensabile a chi tra i giovani si richiama all’underground, alla psichedelia, a chi è andato ai concerti rock o ha fumato marijuana (senza farne un bene di consumo), a chi si richiama comunque a un’alternativa».

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