arte

Cerca
Close this search box.

I conflitti sociopolitici globali nella pittura dell’artista etiope Julie Mehretu

Julie Mehretu (1970, Addis Abeba) è la grande protagonista della primavera d’arte veneziana. Palazzo Grassi presenta un grande progetto espositivo dedicato al lavoro dell’artista etiope, a cura di Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista stessa. L’esposizione (17 marzo 2024 – 6 gennaio 2025) include opere realizzate da artisti che fanno parte di una cerchia di amici stretti di Julie Mehretu o personalità che l’hanno influenzata.

La mostra riunisce oltre sessanta dipinti e incisioni di Julie Mehretu realizzati durante un periodo di venticinque anni, inclusi molti dei dipinti realizzati dall’artista tra il 2021 e il 2023. Presentata sui due piani espositivi di Palazzo Grassi, la mostra include opere della Pinault Collection, oltre a prestiti provenienti dalla collezione dell’artista, da musei internazionali e da collezioni private. Gli artisti e autori che affiancano l’opera di Julie Mehretu sono Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Robin Coste Lewis, Tacita Dean, David Hammons, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin, ponendo in dialogo la pittura con la poesia, la scultura, il cinema, la voce e la musica. La pratica di Julie Mehretu è caratterizzata da varie forme di collaborazione e conversazione sostenuta con altri artisti. Mettendo in primo piano la relazione tra affinità intellettuali ed emotive e la produzione artistica, la mostra disegna un ritratto collettivo di una comunità artistica in dialogo costante.

Il lavoro di Julie Mehretu è astratto. Le sue composizioni, sensuali ed emotive, sono intrise di tracce e segni immaginativi che emergono alla superficie da una densità di idee complesse e stratificate che hanno origine nel suo impegno di lunga data con le tradizioni e le tracce della storia e della fotografia. I suoi riferimenti sono di vasta portata: la storia dell’arte, la sociopolitica, la geografia, l’attualità e la vita privata. Eppure, la sua insistenza sul linguaggio dell’astrazione le ha offerto uno spazio unico di emancipazione per la sperimentazione e l’espressione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *