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Antonio Crivelli: affiorare dalla roccia, astrarre il marmo

Antonio Crivelli

C’era una volta un antico castello in una radura nel bosco, abitato da un castellano e una castellana… Così potrebbe iniziare la storia delle sculture che Antonio Crivelli ha realizzato e installato nel bosco di Fonte Santa.

Antonio Crivelli, scultore, da molti anni ha il proprio studio a Bagno a Ripoli, ama camminare e, grazie all’amicizia con il proprietario di alcuni terreni a Fonte Santa, nel giugno 2013 ha iniziato a realizzare statue da monoliti trovati in questo bosco.

Antonio Crivelli

“Ho iniziato – racconta – da alcuni macigni di arenaria giallastra, tipica del luogo, lavorandoli nel rispetto delle loro caratteristiche. Le statue oggi sono diventate 36 e sono collocate in una sorta di percorso attorno ai ruderi dell’antico castello degli Antelli, detto il Palazzaccio, e la colonica di Gavignano, in una vasta estensione territoriale. Per realizzare una statua servono settimane di lavoro, ma molto dipende dalla dimensione delle pietre e soprattutto dalle condizioni climatiche e ambientali. Per la sbozzatura uso strumenti elettrici grazie ad un generatore di corrente a benzina e proseguo sino a finitura con mazzuolo e scalpelli”.

Immaginate di camminare nel bosco e quasi senza accorgervene vi trovate davanti una statua…
“In questi spazi molto eloquenti e dai panorami suggestivi ho deciso di inserire delle figure che hanno la parvenza di uscire dalla roccia senza essere finite, ogni macigno di volta in volta esprime ciò che appare contenere e mi limito ad estrarlo con qualche elemento scultorio appena tracciato. Mi lascio ispirare dalla forma della pietra e dal contesto come le statue del castellano e della castellana che trasmettono tristezza per le condizioni di abbandono del Palazzaccio”.

Antonio Crivelli

“In epoca recente ho installato su un aereo terrazzamento affacciato su Firenze dodici figure allineate come menhir nelle quali ho ritratto gli Apostoli. I grandi macigni, non uno di più né di meno che dodici, giacevano nel sottosuolo di quel campo abbandonato, esattamente là dove anni prima era nata l’idea degli apostoli, tanto che il loro fortuito ritrovamento è apparso rispondere ad una chiamata.

Un progetto inusuale ma “l’idea di fondo è quella della gratuità e fruibilità dell’arte in un ambiente naturale e la voglia di animare questi boschi con la vocazione e la memoria storica che conservano”.

Le statue si trovano nella radura del Palazzaccio e nel terrazzamento dell’antico avamposto di Gavignano dove sono sistemate quelle più grandi e di maggiore effetto. Per gli amanti del trekking è possibile individuarle seguendo il percorso CAI n.12.

Antonio Crivelli non realizza solo statue di questo tipo ma anche opere astratte in marmo, esposte a Palazzo Medici Riccardi e al Porto di Scarlino, ispirate al primo vago apparire delle forme nella mente dell’artista. Inoltre, ha eseguito grandi opere in bronzo installate nel nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze, nel porto di Rio Marina, sulla rocca spagnola di Monte Argentario e nella piazza comunale di Fiesole. Infine, nel Parco di Villa Salviati, sede dell’Università Europea, ha posizionato la grande Porta del Tempo, costituente la sceneggiatura per la tragedia dell’Edipo Re rappresentata al Teatro Romano di Fiesole.

Antonio Crivelli
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