Maurice Bazungula nasce nel 1943 a Mpasa, nell’odierna Repubblica Democratica del Congo. Nelle sue opere ritroviamo le tradizioni artistiche del suo popolo, i bakongo, e le vibranti cromie della giungla africana, i ritmi parossistici della composizione ci catapultano in una danza rituale fatta di energia e colori, la forza e la solidità delle figure umane ci riconducono in seno a un umanesimo universale, a una religione d’amore per l’uomo.
Bazungula si considera un artista autodidatta, comincia infatti la sua ricerca creativa in maniera autonoma, osservando e sperimentando con i materiali che trova a sua disposizione, tant’è vero che all’inizio utilizza come tele sacchi di farina e tavole di masonite. Arriva a Kinshasa, nella capitale, nel 1965 ed è qui che diviene assistente del pittore di paesaggi Bala Jean, che lo incoraggia a proseguire nella professione. Negli anni successivi apre un suo studio personale e collabora con altri artisti della capitale. Nel 1967 partecipa a un’importante mostra promossa dal Ministero del Turismo e della Cultura del Paese e vince il primo premio, diventando uno dei protagonisti dell’arte congolese. Nel 1969 la sua prima mostra personale.
Cruciale l’incontro con il filantropo Maurice Alhadeff che lo inviterà a far parte della sua scuola d’arte, la “Alhadeff School”. In questa «ricerca dei tesori dell’arte», come Bazungula definisce il proprio fare artistico, il lavoro del pittore ha una profonda valenza umana, è testimonianza dello spirito di un’intera collettività, di un popolo che ha vissuto terribili atrocità, ma non ha perso il suo carattere, la sua forza, la sua umanità.
Le opere di Bazungula affondano in un universo profondamente umano, vivo e palpitante, sono manifestazione di tensioni e pulsioni umane, eppure l’energia vibrante dei colori accesi trasporta lo spettatore in un universo fuori dalle sue coordinate di realtà (tanto è vero Bazungula si dedica talvolta anche all’arte astratta), in uno spazio mistico, pervaso di energia spirituale, in una visione del divino evocata con un magico rituale religioso. Non è un caso infatti che nella sua arte Bazungula affronti anche tematiche religiose e che il Vaticano gli abbia commissionato nel 1994 un’importante serie di opere per la mostra d’arte cristiana africana nell’ambito del Secondo Sinodo Africano.