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L’arte risveglia l’anima. A Firenze una grande collettiva di artisti autistici italiani

Roberta Biondini, Centrifuga, da La danza di Matisse, 2016

Sette anni, nove tappe, oltre ottomila visitatori, una mostra. L’arte risveglia l’anima, esposizione itinerante di opere realizzate da 24 artisti autistici italiani, giunge alla fine del suo lungo e intenso percorso. Partita da Firenze nel 2017, il progetto è stato esposto in prestigiosi musei italiani – come Palazzo Davanzati e Comune di Fiesole (Firenze), Musei di San Salvatore in Lauro (Roma), Chiesa di San Giovanni Battista (Pistoia), Spazio MO.CA. (Brescia), Gallerie d’Italia (Milano), Museo Omero (Ancona), Sala mostre Regione Piemonte (Torino), Museo della Grafica (Pisa) – e va a concludersi proprio nel capoluogo toscano. In particolare a  Villa Vogel, sede del Quartiere 4 della città, dal 6 aprile al 4 maggio 2024.

Al centro della mostra una quarantina tra dipinti, illustrazioni e installazioni, oltre a 12 ceramiche realizzate dagli utenti del Laboratorio di ceramica del MAIC di Pistoia. Un percorso caleidoscopico di colori e segni che accende un riflettore sulle capacità delle persone neuro divergenti di raccontare e raccontarsi senza filtri. Il progetto, che vuole prima di tutto proporre un contenuto artistico, vede inoltre una forte connotazione culturale e sociale, con l’inclusione tra i principali valore perseguiti. Come, del resto, nel DNA delle associazioni che lo promuovono:  L’immaginario e Amici del Museo Ermitage (Italia) e sostenuto dalla Fondazione CR Firenze.

Tra le opere in mostra l’installazione site specific del fiorentino Filippo Zoi, di cui sarà esposto anche l’autoritratto. Arrivano dal capoluogo toscano anche Francesco Salvadori, pittore, attore e musicista; la figurativista Keiko Araki, che ha alle spalle numerose mostre personali e collettive; Manuel Falcone, le cui tavole ispirate a Mondrian sono state utilizzate dalla famosa ditta di giochi da tavolo Ravensburger; l’autodidatta Francesco Zani, di cui rimane impressa la forza del segno naif e l’arditezza cromatica; e, infine, Roberta Biondini, eclettica e pluripremiata autrice bergamasca la cui espressività è segno tangibile del potere dell’arte per lo sviluppo delle capacità abilitative e sociali.

In parte ispirate ai capolavori della storia dell’arte – dalla Medusa di Caravaggio a La Danza di Matisse, dagli Amanti sulla città di Chagall al Santo Stefano di Giotto e altri ancora – le opere non vivono solo della pur notevole componente tecnica, ma si esaltano nei ruoli simbolici di incontro e conoscenza, con se stessi e con gli altri, che i loro autori hanno sperimentato realizzandoli. Del resto, L’arte risveglia l’anima e riesce a far affiorare ciò che è recondito, quasi impossibile a verbalizzarsi.

L’evento si arricchisce, inoltre, di una serie di incontri e attività destinati ad approfondire e a diffondere il tema dell’autismo con un pubblico eterogeneo. In particolare, lunedì 8 aprile alle 17, presso la Limonaia di Villa Vogel, si svolgerà una tavola rotonda sul tema Scuola Musei Arte e Autismi rivolta principalmente agli insegnanti, ma aperta alla cittadinanza e a chi desidera mettere a fuoco il contributo che le esperienze museali dedicate alle persone con autismo possono dare alla scuola. Interverranno insegnanti, educatrici museali, psicologhe che hanno partecipato a esperienze museali inclusive. Più in generale, per tutto il periodo della mostra, lo spazio espositivo sarà animato da attività, visite dialogiche e laboratori artistici dedicati a centri diurni per persone con disabilità, famiglie e persone anziane.

Manuel e Mondrian IV, Collage su carta, 2016, 30X29,5, Manuel Falcone
Keiko Araki, Il fumatore, da Paul Cezanne, 2017, tempera su tela

Francesco Salvadori, da La Passeggiata di Marc Chagall, 2016, tempera su tela
Daniele Bertanzetti, Automobili, 2014, Inchiostro a penna su carta

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