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Di cosa parla AFGHANISTAN, la video installazione di Farid Rahimi che ha vinto l’Italian Council

Farid Rahimi incontra il fratello all'aeroporto di Tokyo
Farid Rahimi incontra il fratello all’aeroporto di Tokyo

AFGHANISTAN di Farid Rahimi è vincitore della dodicesima edizione dell’Italian Council, concorso proposta dal Ministero della Cultura. Il progetto, a cura di Luca Cerizza, è una video installazione a più canali, risultato di una lunga ricerca attraverso la quale l’artista ha riconnesso persone e memorie legate al paese di origine del padre dell’artista, l’Afghanistan appunto. Attraverso una serie di viaggi, incontri e dialoghi, Rahimi ha così ricostruito una mappatura geografica ed emotiva di questa rete di contatti in un itinerario che va dall’Italia, alla Svizzera, alla Germania, fino agli Stati Uniti, per poi arrivare in Australia e Giappone.

L’opera sarà presentata in tre occasioni prima di essere acquisita dal MUFOCO di Milano-Cinisello Balsamo, presso le sedi dei partner europei: a Bolzano presso gli spazi di Ar/Ge Kunst (13 maggio), a Torino al MAO Museo d’Arte Orientale (23 maggio) e a Berlino negli spazi SAVVY Contemporary di Archive Kabinett e.V. (fine agosto 2024, data da definire).

Come anticipato, Farid Rahimi ha coperto grandi distanze fisiche, interiori ed emotive. Ha condotto un giro intorno al mondo per confrontarsi e ricostruire la sua identità, frammentata tra legami familiari distanti e il senso di appartenenza a un Paese, l’Afghanistan, che non ha mai visitato. Una riflessione che, partendo da un’esigenza individuale, giunge a indagare il concetto universale di diaspora. Il viaggio di documentazione, scoperta e incontro effettuato dall’artista in Giappone, Australia, Germania, Stati Uniti d’America e Turchia costituisce la base materiale e concettuale della video installazione AFGHANISTAN.

Il progetto è accompagnato da una pubblicazione edita da Archive Books, una raccolta di saggi sulla diaspora afghana a cura di esperti del campo come Francesca Recchia (Università Bocconi, Milano), Zafar Sayan e Mohammad Dawood Tawana, sociologi e ricercatori afgani. La pubblicazione sarà introdotta da una conversazione tra Farid Rahimi e Luca Cerizza.

Per raccontare il progetto in tutto il corso del suo svolgimento, dalla ricerca intima al viaggio che fisicamente l’artista ha percorso in Giappone, Australia, Germania, Stati Uniti d’America e Turchia, è stato realizzato un podcast di documentazione a cura di Marco Enrico Giacomelli e Sirio Schiano lo Moriello, disponibile su tutte le principali piattaforme dedicate.

Farid Rahimi durante le riprese nelle strade di Tokyo
Farid Rahimi durante le riprese nelle strade di Tokyo
Passaporto afgano
Passaporto afgano

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